mercoledì 31 agosto 2011

Bennet Cantù, Parakhouski: "A Cantù voglio essere un intimidatore"

-La Porvincia di Como-

Primo allenamento con la Bennet per il bielorusso , gigante di 2.11 per 124 chili

Il dato di 2.11 relativo all'altezza corrisponde, ciò che non torna invece rispetto a quanto riportano un po' tutti i siti è che non peso 117 chili bensì 124. Ci tengo a precisarlo, avvertendo peraltro che nessuno si allarmi: è questo il mio peso forma, non sono affatto appesantito e a Cantù mi presento tirato a lu-cido poiché sono reduce dalle partite di qualificazione al campionato europeo con mia nazionale». Prendiamo atto della precisazione. Anzi, vista l'imponenza del soggetto, non ci passa neppure per la testa provare a contraddirlo... Lui è Artsiom ("Art" per gli amici) Parakhouski, il 24enne centro bielorusso che da ieri ha iniziato la sua avventura in Brianza sostenendo il primo allenamento con la sua nuova squadra. Nato e cresciuto (è proprio il caso di dirlo!) nella capitale Minsk, l'alter ego di Marcona-to appartiene a una famiglia di sportivi veri. «Mio padre è l'allenatore della nazionale di atletica - fa sapere - mentre mia madre è ora team manager di quella di nuoto. Quanto a mia sorella (19 anni), parteciperà ai Giochi Olimpici di Londra con la staffetta 4x100 stile libero». Il piccolo Artsiom a quattro anni si dedica al nuoto «ma poi opto per il calcio e non sono neppure tanto male. Il problema è che a 15 anni sono troppo alto e così le mie capacità tecniche non mi sembrarlo più adeguate al livello al quale pensavo di appartenere. Viro sul basket ed eccoimqui». Calma. Il Parakhouski giocatore si forma negli Stati Uniti. «Ho frequentato il college a Radford, in Virginia, e la mia ultima stagione là (2009/2010, ndr) l'ho chiusa a 21.4 punti e 13.4 rimbalzi di media. Il tem-pò di giocare la Summer Lea-gue di Orlando con i Boston Celtic, di non essere chiamato al draft Nba, e l'estate 2010 torno in Europa al Vef Riga dove vinco il titolo nazionale (segnando 10.3 punti e pigliando la finale della Lega Baltica (persa contro i lituani dello Zalgiris) e mi misuro in Euro-cup (8 punti e 5.3 rimbalzi di media, con il 67% dal campo)». Ora sì, eccolo a Cantù. «Nell'ultima annata ho seguito il campionato italiano - confida - e pensavo sarebbe stato bello un giorno venire a giocare qua. Chiaro, un conto è il livello del torneo lettone, un altro è quello della serie A. Mi ser-vira un periodo di studio per capire diverse cose, anche se sono già al corrente del fatto che mentre negli Usa conta parecchio l'aspetto fisico, atletico e la velocità, qui si dà mol- to più valore alla tecnica, alla tattica e alle letture. Dovrò imparare, dunque, a prendere decisioni non solo rapide ma soprattutto intelligenti. Dimostrare di essere duro, tosto e intenso in difesa. E' infatti in particolare all'interno della nostra area che mi sarà richiesto di essere una presenza, intimidendo». Descrizione che indirettamente conferma il direttore sporti- vo Bruno Arrigoni. «Non gli chiediamo nulla di particola-re-afferma-perché non do-vrà essere certo lui il trascinatore della squadra. Servirà piuttosto che sappia ingombrare l'area, che rifili qualche stoppata, becchi qualche rimbalzo e consenta di ampliare la gestione dei falli dei nostri tre centri (Marconato e Scekic gli altri due). Intanto vediamo quanto tempo impiegherà a inserirsi nei meccanismi di una squadra che ormai si conosce quasi a memoria».

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