mercoledì 31 agosto 2011

Bennet Cantù: il grande salto di Lele Molin

-Corriere di Como-

Dal Real Madrid a Cantù: «Amo le realtà a misura d'uomo»

È arrivato in Brianza, con un biglietto da visita pesante fatto di esperienze prestigiose e vincenti in piazze nobili come Treviso, Bologna, Mosca e, l'anno scorso, Madrid. Eppure Emanuele Molin, per tutti Le-le, è entrato nella sua nuova casa in punta di piedi per vestire i panni dell'assistente di coach Andrea Trinchieri. «L'impatto con Cantù è stato ottimo. Non mi aspettavo un'accoglienza così. In parte quasi mi ha imbarazzato: la gente, la società, lo staff e la squadra fin dal primo giorno mi hanno dimostrato grande stima e rispetto». Pronti, via e subito sul campo. Ha dimostrato un grande feeling con i colleghi dello staff e con i giocatori. «Questa avventura è iniziata bene: del resto staff e giocatori sono tutti in gamba, molto disponibili al lavoro e al dialogo. E poi qualcuno lo conoscevo già da tempo. Mi ricordo ancora quando a Treviso la mamma di Marconato mi disse che voleva avviare allo sport suo figlio Denis». Cantù nuova tappa di un lungo cammino in giro per l'Italia e per l'Europa. Certo che passare da Madrid - dove subentrando all'amico Ettore Messina ha guidato il Real alle finali di Eurolega -a Cantù non deve essere semplice. «Nella mia carriera ho avuto la fortuna di vivere in grandi città come Mosca o Madrid, ma confesso che mi trovo più a mio agio in contesti più piccoli, diciamo a misura d'uomo. Ecco perché ritengo che Cantù, come Treviso del resto, siano città adatte alla mia dimensione». Si dice Madrid, si legge Real. «Quando stai per arrivare al Real provi a immaginare che cosa questo possa significare, ma solo dopo che ci metti piede riesci veramente a capire cosa rappresenta il Real per tutta la Spagna, sia sportivamente sia a livello mediatico. Tutto è esageratamente ingigantito nel bene e nel male e si vivono pressioni incredibili. CaDisco bene come lo stesso Mouri- nho possa incontrare difficoltà». Nella sua carriera ha vissuto stagioni sul campo accanto a mostri sacri della panchina come Messina e Obradovic. «Posso dire che ho avuto la fortuna di vivere esperienze indimenticabili al loro fianco, ma soprattutto di instaurare un ottimo rapporto umano che continua, fatto di amicizia e di profonda stima anche ora che abbiamo preso strade diverse». Adesso questa nuova sfida al fianco di uno dei coach più importanti del panorama italiano, Andrea Trinchieri. «Penso che Andrea abbia dimostrato alla Bennet la sua competenza. È partito dalla gavetta e si è rivelato uno dei massimi artefici del successo di Cantù unitamente alla competenza della società. Gli auguro di avere gli stessi successi degli illustri colleghi sopracitati. Quando sono arrivato a Cantù ho avuto la sensazione che la semina sia stata buona, il progetto è solido e si basa sulla compattezza del gruppo e sui valori umani. Fattori questi che ho avuto la fortuna di ritrovare sempre in tutte quelle squadre con cui ho potuto condividere grandi successi». La società ha indicato in Molin un valore aggiunto in questa stagione importate per Cantù. «Non posso che ringraziare. Da parte mia non voglio portare nulla di particolare ma solo la mia esperienza, nella speranza di migliorare quanto di ottimo è stato già fatto». Coach Andrea Trinchieri ha detto che lei, reduce dalle finali di Eurolega, sarà il suo tutor in Europa. «Chiariamo che non voglio essere il tutor di nessuno ma solo fare il mio lavoro di assistente. Che significa sapersi confrontare in maniera costruttiva interagendo con tutto lo staff. Per quanto riguarda l'Eurole-ga dobbiamo aspettarci una competizione diversa dal campionato, difficile, con un livello medio altissimo e con club che investono budget stra- tosferici. Un torneo affascinante e tremendamente dispendioso a livello sia fisico sia nervoso. Ecco perché diventerà fondamentale la gestione della squadra durante la stagione. Per Cantù e per i giocatori che, per la prima volta, parteciperanno a questa competizione sarà uno stimolo e una esperienza. Il Barcellona sarà la squadra favorita come la stessa Siena e le compagini turche che, essendo le finali a Istanbul, hanno investito tanto». Obiettivo "Top 16"? «Sarebbe un bel traguardo. Ma la priorità resta il campionato. Perché qualificarci alla seconda fase di Eurolega non avrebbe senso se non riuscissimo a confermarci in Italia». Come è Molin fuori dal campo? «Una persona semplice che ama stare con la famiglia, che da buon mestrino non disdegna un bicchiere di vino con gli amici e che, quando serve, si ritempra con una camminata sui monti».

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