- Corriere di Romagna -
Mercoledì 29 giugno è la nuova, e a questo punto ultima, deadline del Basket Rimini. Entro metà della prossima settimana, dunque, l'assemblea della società di via Dante dovrà ratificare una decisione sul futuro del club biancorosso mai come ora in difficoltà. Da tempo Adriano Braschi, rieletto presidente dopo l'uscita di scena di Giorgio Corbelli, lavora per dare un domani ai granchi, cercando di reperire le risorse per chiudere il disavanzo di bilancio. Una cifra che ufficialmente si aggira attorno ai 450mila euro ma che in realtà rischia di essere molto più alta. Voci parlano addirittura di un buco tra i 700 e gli 800mila euro, una somma che in questi giorni ha spaventato qualsiasi compratore interessato alla questione. Perché quando si acquisisce un club, si prendono i crediti ma anche, se non soprattutto, i debiti. Ecco perchè Giulio Romagnoli, che era ad un passo da prelevare Ferrara, ha raffreddato i propri bollenti spiriti, ecco anche perché lo stesso Romagnoli, al pari di Sacrati e Martinelli, non sta portando a compimento l'affare con Rimini. Tutti stanno alla finestra, Sacrati dice di attendere lo sblocco di alcune proprietà per avere in mano la liquidità necessaria e presentarsi da Braschi e Capicchioni. Ma quello di oggi sarebbe l'ultimo giorno che le parti si erano concesse e novità all'orizzonte non ce ne sono. D'altronde sulla (non) affidabilità dello stesso "Gil" a Bologna potrebbero scrivere un libro e alla sua porta sono tanti i creditori che vanno a bussare. Romagnoli ha fatto una chiacchierata con Capicchioni ma non sembrano esserci i presupposti per approfondire mentre al momento, paradossalmente, la Rieti di Martinelli è l'unica che ha messo sul piatto qualcosa di concreto. Ma domanda (5-600mila euro) ed offerta (200.000?) sono agli antipodi e non se ne farà nulla. Uno scenario davvero desolante che restringe il campo a ben poche ipotesi da ora a mercoledì. Se nessun altro si presenterà sull'uscio dei Crabs, allora la palla torna a Braschi. Ma se anche il "pres" rifiuta il tiro, diventa concretissima l'opzione fallimento con conseguente azzeramento dei debiti ed eventuale ripartenza da una serie minore, magari la B dilettanti oppure quel campionato ibrido che potrebbe essere la Lega 3, un passaggio intermedio verso un dilettantismo che abbatterebbe di certo i costi ma anche i ricavi delle società
Nessun commento:
Posta un commento