giovedì 1 settembre 2011

Veccia, il baby veterano della Trenkwalder

-L'Informazione di Reggio Emilia-

Francesco Veccia non è un debuttante ma per la sua età è ancora un baby. Il play di origini sarde ha da poco compiuto 18 anni e la stagione che andrà a prendere il via, lo vedrà come primo cambio di Dawan Robinson. Nella scorsa edizione fece alcune apparizioni in prima squadra con risultati incoraggianti prima di un’uscita di scena nella gestione Frates ed un ritorno in sella nel finale targato Menetti.
La nostra chiacchierata parte da quel frangente.
Veccia, per molte gare sembrava un desaparecido, s’è sentito emarginato?
"No. Fu una scelta di Frates. E’ indubbio che non ero felicissimo ma sapevo che il mio ingresso in prima squadra era dovuto ai tanti problemi d’infortunio avuti da quella Trenkwalder".
In estate le è venuto il desiderio di cambiare aria?
"No, dato che Reggio ha sempre rappresentato la mia prima opzione. Inoltre ho un altro anno nelle giovanili ed era mia intenzione completare il percorso".
Il fatto d’essere entrato in prima squadra in pianta stabile, quanto l’ha gratificata?
"Tantissimo e della cosa sono molto felice".
E’ pronto per diventare il cambio del play titolare?
"Questo dipenderà da me e dalla crescita che saprò mettere in pratica, ma con me c’è anche Viglianisi".
Quella che andrà ad iniziare rappresenta la sua quarta stagione a Reggio, si sente reggiano?
"No, qui sto bene ma le mie origini restano legate alla Sardegna".
Sente nostalgia di casa?
"Ogni tanto sento il desiderio di stare con la famiglia. Dalla fine della scorsa stagione all’inizio di questa, tra impegni vari con le nazionali, sono rimasto a casa non più di 10 giorni".
L’estate è stata piena di rammarichi.
"Sì, questo è vero. Sia con la squadra di club alle finali nazionali che in azzurro, abbiamo sciupato facili occasioni per far meglio e tornare a casa con medaglie più pregiate".
Da dove riparte?
"Dal desiderio di crescere e giocare una stagione intensa".
Come giocatore, come si considera?
"Tiro con buone percentuali, ma per migliorare devo imparare a leggere meglio le situazioni, a passare meglio la palla ed a crescere sui pick and roll".
Dove vuole arrivare?
"Questo dipende da me e dai miglioramenti che saprò mettere in pratica. Logico che vorrei arrivare il più in alto possibile".
Ha un’icona?
"Sì, Ricky Rubio. Mi piace il suo modo di giocare e di stare in campo".
Che idea s’è fatto della Trenkwalder?
"Ci stiamo allenando bene, ma è presto per dare giudizi. Meglio aspettare l’inizio del campionato".
Come vede i nuovi?
"Filloy lo conoscevo per averlo visto esibirsi più volte a Porto Torres, Taylor è un giocatore atletico con talento, tiro e penetrazione".
Come giocatore qual è la posizione che predilige?
"Mi sento un playmaker".

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