venerdì 2 settembre 2011

Casa Homan. Cambiava team ogni anno. La Virtus lo ha trasformato

-Il Resto del Carlino ed. Bologna-


Alta fedeltà. Dal 2005 per il pivot mai due stagioni di fila nella stessa squadra.

DUE STAGIONI nella stessa squadra. Un piccolo record per Jared Homan che dal 2005 al 2010 ha cambiato club ogni estate.

Non è andata così lo scorso luglio, quando il centro americano con passaporto bulgaro ha scelto di rimanere nelle fila bianconere.


"Da professionista è la prima volta che vesto la stessa maglia per due anni di seguito — confessa il centro virtussino —, mentre era già successo all’Università. Sono cose che accadono quando la pallacanestro diventa un lavoro".

Che cosa l’ha convinta a rimanere a Bologna?

"Offerte in estate ne ho ricevute, ma nessuna mi proponeva di giocare allo stesso livello che avrei trovato rimanendo in Virtus. C’era un contratto che mi legava a questo club e da parte mia non c’erano motivi per romperlo, così come anche la società ha scelto di confermarmi pensando che potessi far parte del suo progetto".

Quali sono le sue prime impressioni sulla nuova squadra?

"E’ difficile da dire perché il roster deve ancora essere completato ed anche nell’unico scrimmage che abbiamo effettuato c’erano tanti assenti. Stiamo lavorando bene e questo è un buon punto di partenza. Il gruppo per buona parte è rimasto quello dell’anno scorso e anche questo è un fattore che mi porta a dire che ci sono i presupposti per un campionato positivo. Le prime sensazioni sono quelle giuste".

Parecchi avversari si sono rinforzati e questo rende più ancora più competitiva la serie A. Che ne pensa?

"E’ vero e nel preparare questa stagione e più avanti ogni singola partita non dovremo sottovalutare questo fatto. Basta vedere quello che ha fatto Milano che era già una squadra di livello top e che ha ingaggiato giocatori provenienti dal Panathinaikos".

L’anno scorso potevate fare qualcosa di più?

"La squadra era giovane e i tanti infortuni ci hanno impedito di lavorare con continuità. Avessimo avuto meno problemi, avremmo avuto un rapporto migliore tra le gare vinte e quelle perse".

Della sua vita privata passata e presente non si sa praticamente nulla. Lei che cosa racconterebbe di se stesso?

"Sono una persona molto riservata che ha trasformato la pallacanestro da un divertimento ad un lavoro. La mia vita privata deve rimanere tale, non perché abbia nulla da nascondere, ma perché tengo davvero tanto alla mia privacy".

   

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