lunedì 1 agosto 2011

La Dinamo ti cambia la vita»

-La Nuova Sardegna-

Il presidente Stefano Sardara parla dopo il primo mese al comando

Un mese scarso di presidenza, il tempo per entrare in un vortice irrefrenabile. La vita di Stefano Sardara è cambiata di botto nelle ultime settimane, da presidente della Robur (B Dilettanti) a numero 1 della Dinamo la strada è lunga. Ed è stata percorsa in fretta.

- Quanto può cambiare la vita la Dinamo?
«Tantissimo. Soprattutto perché non avevo mai preso in considerazione la possibilità di andare avanti da solo. Ho sempre pensato che avremmo continuato tutti insieme ancora per un po' di tempo, invece le cose hanno preso una piega diversa. Una volta che io e i miei collaboratori ci siamo trovati in questa situazione ci siamo buttati a capofitto, mandare avanti la Dinamo è un compito difficile ed è anche un progetto ambizioso. E se mi consentite, i primi risultati si vedono già».

- Che ambiente ha trovato? «Bellissimo, dentro e fuori. Intanto conoscevo già la struttura perché avevo fatto 18 mesi da dirigente attivo. Poi le istituzioni sono state meravigliose. Tutte: il sindaco Gianfranco Ganau, il presidente della Provincia Alessandra Giudici, l'assessore regionale allo Sport Sergio Milia, il governatore Ugo Cappellacci. Nessuno stress, anche perché la mia indole è quella di andare d'accordo con tutti».

- Primo problema: trovare i soldi per andare avanti. «Il percorso è stato un po' diverso, sostanzialmente ho fatto quello che si fa quando si mette mano a un'azienda. L'obiettivo è avere un "ottimo vincolato", ovvero contenere i costi tenendo vincolato il risultato finale che è quello di avere un roster competitivo. Non è possibile avere un main-sponsor che copra tutte le spese, lo abbiamo capito, abbiamo diviso i settori e lavoriamo pezzo per pezzo, diciamo che siamo dovuti intervenire in maniera tempestiva e a volte anche categorica».

- In una settimana due grandi colpi: il Banco e Quinton Hosley.
«Il Banco è importantissimo. È un nome prestigioso, ci dà slancio e aumenta la nostra credibilità, è la tradizione che continua. Siamo orgogliosi di poter mettere la pintadera sulle maglie. E poi non potevamo andare in giro senza uno sponsor, è quasi una roba da sfigati. Sembra quasi che nessuno ti voglia e quand'è così tutti hanno paura ad avvicinarsi. Qualcuno invece lo sta facendo, stiamo discutendo i dettagli e presto firmeremo. Inoltre stiamo costruendo una partnership con la compagnia aerea di bandiera per cercare di avere agevolazioni sui voli. Ci stiamo muovendo su tutti i fronti, insomma, sempre tenendo fermo l'obiettivo di avere una squadra di livello uguale a quello dell'anno scorso. Stiamo lavorando anche sullo staff. Non avremo più in prima squadra il preparatore atletico Marco Pinna e mi dispiace tanto, è un professionista e una persona che stimo molto e spero che resti comunque alla Dinamo, abbiamo tanti atleti da seguire. Sarà con noi anche l'ortopedico Andrea Manunta, un nome di assoluto livello in Italia».

- Tornando alla squadra: Hosley come l'avete preso? «Un gran numero di Pasquini, devo fargli i complimenti perché si è mosso bene, in maniera silenziosa. Si è inserito al momento giusto quando la trattativa che Hosley aveva con Montegranaro ha avuto un momento di stallo e si stava facendo sotto anche Avellino. Ma non punterei tutta l'attenzione su questo acquisto».

- E su che cosa? «Su come abbiamo lavorato dall'inizio. Cominciando dall'arrivo di Travis e Drake Diener. Qui parlo da tifoso e non da presidente: è uno di quei casi in cui uno più uno deve fare tre. Mi aspetto molto da Travis in salute e Drake deve essere la sua adrenalina. E vogliamo parlare di Vanija Plisnic?»

- Manca ancora il pivot. «È l'ultima parte del mio lavoro, poi toccherà ai tecnici: io devo prendere i giocatori, loro devono farli diventare una squadra. Ho sentito Meo Sacchetti, gli ho detto: a me manca ancora una giocatore, da quel momento saranno cavoli tuoi».

- E lui? «Si è messo a ridere».

- Sarà Othello Hunter o il budget è bloccato? «I soldi sono quelli, c'è poco da discutere. Se poi vogliamo dirla tutta, se si tratta di riportare Othello a Sassari un piccolo sforzo in più potremmo provare a farlo. Il problema è che il nostro piccolo sforzo non si avvicina nemmeno lontanamente alle pretese del suo agente. Al quale ho detto che non può pensare che un suo giocatore possa guadagnare il doppio rispetto alla stagione precedente. Abbiamo altri nomi da seguire, cercheremo di scegliere bene. Fermo restando che la prima scelta di Sacchetti è Hunter: perché lo conosce come persona, perché non avrebbe il problema di inserirsi nel gruppo e perché è un ottimo giocatore. Lo vogliamo tutti, ma a queste condizioni non si può fare».

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