-La Nuova Sardegna-
La famiglia Mele è decisa a chiudere l'avventura e il patron del Cagliari è l'interlocutore principale Continua la trattativa con Massimo Cellino, in seconda fila un gruppo sassarese
Si continua a trattare. Non c'è la firma, c'è solo una certezza: tutti vogliono la salvezza della Dinamo e vogliono continuare a vederla giocare al Pala-Serradimigni. Oggi alle 19 assemblea popolare per fare il punto Lo conferma ancora il sindaco Gianfranco Ganau, che per mesi ha lavorato alla ricerca di uno sponsor in grado di risolvere la situazione e ora, arrivati al momento di tracciare una linea definitiva, sta alla finestra: «Quello che a me interessa è che la Dinamo resti a Sassari. E qualunque cosa succeda, i sassaresi dovranno essere grati alla famiglia Mele per quello che hanno fatto negli anni scorsi rilevando la Dinamo dall'avvocato Dino Milia in un momento difficile, salvandola da un fallimento certo e portandola a risultati sportivi straordinari dalla Legadue ai playoff scudetto». La volontà della famiglia Mele di disimpegnarsi in questo momento è chiara e anche leggittima, senza bisogno nemmeno di indagare sui motivi. Allo stesso tempo la Dinamo è un patrimonio della città (e della Sardegna) e va salvaguardato. L'incontro di queste due esigenze porterà alla soluzione finale. Fino a questo momento ogni soluzione attraverso uno sponsor è fallita e il cambio di proprietà da Luciano Mele a Massimo Cellino è la prima soluzione. Il patron del Cagliari ha chiesto di vedere le carte societarie e valuterà la situazione. Una soluzione che sa tanto di politico-istituzionale, si parla di un dirigente sportivo che ha saputo tenere la più alta espressione sportiva della Sardegna ad altissimi livelli per ven-t'anni. E ha anche la disponibilità economica per accontentare le richieste di Mele. La sua risposta potrebbe arrivare in qualsiasi momento, anche oggi in teoria, di sicuro non tarderà. Il lato meno gradito di questa soluzione, non bisogna nasconderlo, è quello del trasloco a Cagliari della proprietà. Non per una questione di mero campanilismo sulla residenza di Massimo Cellino, quanto per la paura, nemmeno troppo nascosta, dei sassaresi di vedere la Dinamo "trapiantata" a Cagliari. In questo senso la volontà del sindaco è stata abbastanza chiara, così come anche la Regione ha ribadito di gradire nell'isola due poli sportivi: il basket al nord e il calcio al sud. Dovesse andar male questa trattativa, c'è anche un altro scenario: quello di una cordata locale che per ora è in seconda fila e aspetta l'evolversi della situazione. Gli imprenditori sassaresi non sono rimasti insensibili e si stanno muovendo, non possono però reggere l'urto della potenza economica di Cellino e non possono inserirsi nella trattativa principale. In più dovessero rilevare la società il prossimo sarebbe un campionato di transizione, lontano dai playoff. L'assemblea pubblica convocata per oggi dai tifosi (Bandiera Gialla, ore 19) si annuncia pertanto molto calda e partecipata. Sempre partendo da un punto imprescindibile: la Dinamo deve continuare a vivere e non può avere altri campi di gioco all'infuori del PalaSerradimigni.
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