martedì 30 agosto 2011

Daye: «So che avete una buona squadra, vi auguro il meglio»

-Il Resto del Carlino ed. Pesaro-


Il campione fra ricordi e rimpianti: "Avrei voluto tanto giocare con Myers".

"IL MIO CUORE è a Pesaro. Passando dall’Italia non potevo fare a meno di fermarmi qui".

Ha l’aria sincera Darren Daye mentre pronuncia parole che sono miele per i suoi fans.
E l’altra sera alla festa dell’Avis in Baia Flaminia lo ha dimostrato con i fatti: sono state decine e decine le persone che hanno chiesto di scattare una foto insieme a lui, decine e decine i ragazzini a caccia di un suo autografo, decine e decine le persone che volevano salutarlo, abbracciarlo, baciarlo, dirgli quanto lo hanno amato e quanto li ha fatti sognare.

Darren è stato disponibile con tutti, sorridente, affabile, scherzoso. In una parola, adorabile. Ed all’altezza del suo mito. Volete un altro particolare? Ieri è andato a trovare a casa sua Franco Mancuso, che è malato da tempo: un uomo umile e gentile che si occupava delle statistiche della squadra in maniera volontaria e che in tanti hanno dimenticato.

"Per me è bello tornare qui, perché a Pesaro ho speso i migliori anni della mia carriera. Avevamo una squadra fantastica, tutta la città ci seguiva. Ho giocato una finale sia di college che di Nba, ho vinto un altro scudetto in Francia, ma niente è paragonabile a quello che ho vissuto da voi — ammette —. Ho un solo rimpianto: non aver potuto giocare con Carlton Myers. Sono sicuro che insieme avremmo vinto un altro paio di scudetti!".

PAROLE, queste, che invece potranno alimentare qualche rimpianto. Ma di acqua, ormai, ne è passata sotto i ponti e Darren ha piacere anche di parlare dell’attuale Scavolini Siviglia:

"Walter Magnifico mi dice che quest’anno avete finalmente una buona squadra, che vi potrà regalare delle soddisfazioni. Ve lo auguro. Sono contento anche che ci giochi Daniel Hackett: lui è andato all’asilo con mio figlio qui a Pesaro, poi è venuto a Los Angeles e io l’ho seguito nella sua maturazione fin da quando aveva 15 anni".

Un legame, quello fra Daniel e Austin che Daye vorrebbe consolidare con un vero e proprio evento:

"La prossima estate tornerò sicuramente a Pesaro con mio figlio, che non ha più avuto l’occasione di rivedere la città dov’è cresciuto. Mi piacerebbe organizzare un camp con lui e Daniel come dimostratori. Ne ho parlato anche con Cook: io e Darwin non siamo mai tornati insieme a Pesaro!".

Intanto, si gode l’ascesa del suo ragazzo che sta facendo strada nella Nba dopo essere stato prima scelta dei Detroit Pistons due anni fa:

"Per certi versi mi considero il suo allenatore sin da quando aveva 6 anni: non corro come lui, ma conosco il basket meglio di lui! — sorride —. Abbiamo un grande rapporto, parliamo molto. E lui sta migliorando, anno dopo anno".

Daye, che ripartirà domattina alla volta degli Stati Uniti, se ne va con una promessa:

"Mi rivedrete presto".

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