Una prima settimana fatta di visti, viaggi, aeroporti, visite mediche, test atletici, interviste e tiri al PalaScapriano è ormai alle spalle. Il Teramo Basket sta infatti prendendo confidenza con la preparazione alla nuova stagione e di conseguenza muovono i primi passi anche i giocatori di coach Alessandro Ramagli. Più facile a farsi per chi in città già ha avuto modo di mostrare negli anni il proprio valore, più impegnativo invece per i nuovi. A questa seconda categoria appartiene Trey Johnson, arrivato in maglia Banca Tercas con ottime referenze e un passato nella Nba. Clinton Fihnoir Johnson III, universalmente conosciuto come Trey (proprio perchè è il terzo della famiglia a portare lo stesso nome), ha dato subito l'impressione di avere le idee chiare. Al suo arrivo è parso per niente spaurito o spaesato, lui che dalla piccola cittadina di Jackson nel Mississippi ha dato vita a una carriera di cestista professionista che lo ha già portato a viaggiare molto. E dopo aver mostrato il suo potenziale in D-League e nella Nba (a Los Angeles, Cleveland e Toronto) ha deciso di tornare in Europa, già vissuta con le maglie del KK Hemofarm in Serbia, del Gravelines in Francia e nel marzo del 2010 nella nostra Serie A. «Sono già stato in Italia, seppur per poco tempo a Biella - conferma Johnson - e mi sono trovato molto bene. Quando si è trattato di tornare a giocare qui ho preso in seria considerazione la proposta. Poi ho visto i giocatori coinvolti nella squadra, ho parlato con il coach e ho capito che venire a Teramo sarebbe stato qualcosa di positivo per me. Sono venuto qui per restare. E voglio vincere. Puntare al massimo». Le sole 4 partite con le quali si è messo in mostra in maglia Angelico un anno e mezzo fa hanno insomma sortito un buon effetto: «L'esperienza di Biella - continua l'esterno biancorosso - mi è servita per capire che la Serie A è un gran bel campionato, molto duro. Ho avuto un bel feeling con l'ambiente e con l'allenatore Luca Bechi. Farò tesoro di quell'esperienza per inserirmi al più presto in questa nuova realtà». E veniamo quindi alla scelta di Teramo: «Sicuramente - prosegue Trey - ha influito il lockout della Nba. Ma sono qui anche perchè avevo bisogno di competere più da protagonista. Passare gli ultimi mesi a Los Angeles e allenarmi con i Lakers ha voluto dire tanto per me. La società e il contesto ti costringono a mantenere alta sempre la concentrazione. E questo mi ha fatto crescere come uomo e giocatore. Ma volevo tornare ad essere protagonista sul campo. Quest'estate mi sono ritrovato free agent e avevo libertà di scelta. Quando Teramo mi ha contattato ho pensato che accettare sarebbe stato utile per crescere ancora come giocatore. E allora ho colto l'opportunità». Ma ora viene il bello. Perchè la guardia di 196 centimetri dovrà anche tener fede alla nomea che si porta dietro. In un'intervista rilasciata al Los Angeles Times lo scorso aprile, Trey ha infatti dichiarato di essere sempre stato il Kobe Bryant della situazione nelle squadre dove ha giocato: «Si, confermo tutto! Sono cresciuto col mito di Bryant. L'ho visto giocare così tante volte. Ma non volevo dire di essere «Il mio modello è Kobe Bryant voglio essere decisivo come lui» come lui. In ogni squadra dove ho giocato sono stato il cosiddetto "go to guy", l'uomo al quale dare la palla quando c'è da fare canestro. E in questo senso lui è l'esempio più calzante che si possa fare. Comunque ho studiato i video di Kobe e i suoi movimenti. Sarebbe bello comunque essere un Kobe Bryant anche qui a Teramo, ma aldilà dei nomi quello che mi interessa è vincere». Un interesse condiviso per una Banca Ter-cas che stavolta ha puntato tutto sul talento e la voglia di rivalsa dei giocatori. Una scelta che solitamente paga nello sport.
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