Le nuove regole limitano i posti in serie A per i prodotti "nostrani"
AAA squadra professionistica cercasi per un
lunghissimo "listone" di giocatori italiani ancora in cerca di collocazione in
un mercato dove da "specie protetta" per regolamento i giocatori di passaporto
tricolore rischiano di diventare una rarità. Tra oltre una quarantina di elmenti
senza squadra dei roster passati di serie A e LegAdue il disoccupato più
eccellente è il capitano azzurro Stefano Mancinelli: dopo la mancata riconferma
a Milano l'atleta del 1983 esplora il ricco mercato turco, ma se non dovessero
arrivare chiamate nei prossimi giorni (quotazioni in discesa sia per Efes che
per il Gaatasaray) tornerà all'assalto la Virtus Bologna, che dopo aver
convinto Mason Rocca ha fallito il colpaccio con Gigi Datome (rimasto a Roma
accettando una riduzione del compenso) e tiene le mani libere sul fronte
americano in attesa di verificare la possibilità di convincere il "Mancio". Il
3+4 scelto dalla quasi totalità delle squadre (fanno eccezione Pesaro, Sassari,
Caserta, Biella e forse Montegranaro, se riuscirà a convincere Fabio Di Bella -
altro giocatore con contratto, ma senza mercato - ad accettare una riduzione di
stipendio) ha ridotto all'osso i posti di lavoro italiani. C'è chi come Massimo
Bulleri è sceso in LegAdue a Scafati, oppure come Valerio Amoroso e Lorenzo
D'Ercole valuta anche la DNA a Torino preferendole alle alternative Montegranaro
e Roma; intanto Luca Vitali attende l'offerta per rimanere alla Virtus Bologna,
mentre Andrea Crosariol - in uscita da Roma - è offerto a Pesaro che cerca il
pivot titolare italiano. Senza squadra anche l'ex capitano azzurro Marco
Mordente che spera nella chiamata di Caserta, da dove potrebbe invece partire
l'ex varesino Alex Righetti che ha sirene di LegAdue a Veroli. Ma a fine agosto
la lista dei disoccupati rischia comunque di essere davvero molto lunga...
-La Prealpina-
lunedì 30 luglio 2012
Juve Caserta, il nuovo sogno è Eric Chatfield
Secondo
fonti transalpine i bianconeri sono in pole per l'esterno newyorkese seguito
anche dal Murcìa
-La Gazzetta Di Caserta-
E' il
sito francese Catch and Shoot a rilanciare la Juve nella corsa verso un
giocatore che nonostante i suoi 33 anni è une dei giocatori più ricercato ne.
panorama cestistico del Vecchie Continente. Il nome è quello d: Eric Chatfield,
l'occupazione quella di ricoprire il ruolo di shooting guard, le credenziali
quelle di essere stato nell'ultima stagione agonistica, il miglior marcatore del
campionato francese (19,i punti con il 45,5% da due 43,7% da tre punti). Un
esterno cor punti nelle mani e talento tale da poter perfettamente giocare a.
fianco di Nic Wise, ma soprattuttc tale da sfruttare quello spazio che si
verrebbe a creare sul perimetre con la presenza di lunghi del calibro di Visser,
Michelori e Jelovac E' lo stesso sito transalpino a puntare il dito nei
confronti del talento newyorkese e spingerlo verso il team di Pezza delle Noci
nonostante un'offerta sul tavolo anche da parte della Spagna e nello specifico
da parte del Murcia. Una trattativa che già qualche giorno fa, sembra essere ben
avviata, prima di arrivare ad un punto di stand by probabilmente dovuto alla
differenza economica tra le parti. Una differenza che con ogni probabilità sarà
stata limita dai bianconeri in maniera tale da riaprire la finestra nei
confronti della guardia a stelle e strisce. Una trattativa, però, che resta
all'interno dei rumors di basket mercato e che potrebbe delineare in maniera
chiara l'andamento della costruzione del roster da parte dei casertani. Se
tutto, infatti, dovesse andare a buon fine, quella scelta da coach Sacripanti,
sarebbe la strada che porta verso la scelta dell'ultima pedina nello spot di ala
piccola. Un'ala piccola, però, non più americana cosi come si era prospettato
qualche giorno fa dopo lo stop dei contatti con Chatfield, ma di un numero '3'
continentale e che abbia determinante caratteristiche. Quella principale,
ovviamente, resta la possibilità da parte del prossimo obiettivo di mercato di
Caserta, di poter giocare senza problemi sia nel suo spot naturale, che in
quello di power forward atipica o 'undersized' cosi come verrebbe definito
dall'altra parte dell'oceano. Una doppia dimensione che permetterebbe a coach
Sacripanti di risparmiare un giocatore e di avere quella duttilità che tanto ama
nei giocatori tra il backeourt e la front line, in modo tale da permettergli
cambi di quintetto a piacimento senza perdere punti di riferimento su ambo i
lati del campo. Un lavoro, che come già prospettato nei giorni addietro, negli
ultimi anni ha svolto Aaron Doornekamp. Un nome quest'ultimo, tornato ad essere
d'attualità dopo che lo stesso Sacripanti ha ammesso nella sua personale
intervista rilasciata alla webtv di Terra di Lavoro. Il capitano bianconero
della scorsa stagione, infatti, potrebbe essere la soluzione ideale, ma non
certo l'unica. Di sicuro quella più comoda per questioni tecniche, considerano
la conoscenza perfetta del canadese con passaporto olandese, del sistema di
gioco del timoniere canturino. «Faremo la miglior scelta possibile sul mercato»
le parole di Sacripanti, che nella stessa intervista, poi, ha lasciato una porta
aperta anche per un altro dei protagonisti della scorsa annata, Alex Rigetti. La
presenza dell'ala romana (altro giocatore come Maresca, che alla fine dello
scorso campionato, aveva più volte dichiarato che avrebbe messo la Juve in cima
alla propria lista per l'estate) è condizionata dalle scelte di mercato e
dai prossimi colpi. Una condizione non tecnica, ma economica. Se i prossimi due
elementi del roster casertani permetteranno la possibilità di andare a nove
uomini, allora l'ex anche di Avellino, potrebbe seriamente tornare di moda con
un ruolo da specialista, da cambio di lusso in minuti ben stabiliti e che
permetterebbero al proprio ginocchio di non andare troppo sotto sforzo e creare
problemi, cosi come è avvenuto nella scorsa stagione, quando nel suo momento
migliore, Rigetti ha dovuto fare i conti con uno stop che gli ha fatto perdere
smalto e condizione dei primi mesi di regular season.
-La Gazzetta Di Caserta-
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Serie A
Siena aggiunge Kemp ed ora sceglie il play
Roma su Pullen, Milano vuole
il giovane Tessitori
-La Prealpina-
Prima mossa importante sul fronte americano per il nuovo
corso di Siena: il club toscano avrebbe ingaggiato Marcelus Kemp, la 28enne
guardia-ala ex Sassari e Virtus Bologna reduce dal titolo turco vinto col
Besiktas. Con McCalebb in partenza per il Fenerbahce ora la MPS è pronta a
muoversi anche nel ruolo di play titolare: in corsa restano l'estroso Corey
Fisher e il solido Derwin Kitchen, in regia dovrebbero comunque arrivare due
giocatori (un americano e un europeo) a meno di non far rientrare Maestranzi e
puntare su un lungo "Bosman" come il serbo Milani Macvan. Intanto Roma insegue
il play Pullen (lo scorso anno a Biella), mentre Caserta ha ingaggiato il 33enne
tiratore Eric Cfaatfield (capocannoniere della Pro A francese 2011/2012 al
Paris-Levallois). A Brindisi difficile la pista Malcolm Delaney (l'ex Chalon
era nel "listone" di Siena e lo ha sondato anche la Virtus Bologna), si valuta
il 28enne Chris Hill visto in Eurolega a Charleroi. Avellino firma l'ala Jeremy
Ricfaardson e l'ala pivot Dragovic, valuta l'ex Imola Ndudi Ebi come cambio dei
lunghi e sonda il mercato dei play "passaportati" (possibile la pista Earl
Calloway) se dovesse saltare la trattativa con Marques Green. Cremona stringe
per il lungo croato Stipanovic (lo scorso anno a Caserta) che completerebbe il
quintetto-base, mentre Biella sembra ai dettagli per l'esplosiva ala-pivot
Mavun-ga (rookie da Miami of Ohio in luce alla Summer League di Orlando). E
Vanoli ed Angelico attendono le evoluzioni relative al giovane Amedeo Tessitori:
il pivot del 1994 attualmente in Nazionale Under 18 dopo aver giocato gli
Europei Under 20 è conteso tra Mens Sana e Milano, che gli cercherebbe
collocazione in prestito qualora riuscisse ad assicurarselo (nella trattativa
non sarebbe coinvolta la Virtus Siena che riceverebbe comunque i 100mila euro
previsti come parametro di svincolo per i giocatori dilettanti messi sotto
contratto professionistico).
-La Prealpina-
Max Menetti di ritoro dalla Summer League: "Livello alto. Ho rivisto CJ Watson, sapeva tutto di noi"
"La
crisi? Negli Usa non si vede" "Ritrovarsi con Robinson è stata un'emozione. Lo
scudetto del mercato? Dico Venezia"
MAX Menetti, innanzitutto
traiamo un bilancio di questa Summer League. Che cosa hai visto di interessante?
«Non ci andavo dal 2007 e per Frosini è stata la prima volta. Penso che in
generale sia stata un'esperienza positiva, perché si ha sempre l'opportunità di
vedere molti giocatori. Dalla stella di prima grandezza, sino a coloro che sono
nel "limbo" per così dire. Oppure i rookie giovani, che magari impressionano e
strappano un invito al veteran camp e poi un contratto, ma che, dopo un anno o
due, potremmo rivedere in Europa. E', in definitiva, l'opportunità di vedere un
po' tutti dal vivo, che è poi ciò che fa la grande differenza». L'impressione è
che col fatto che si sia saltato un anno, c'erano molti, forse troppi, giocatori
"da Nba" e pochi per i campionati europei. Soprattutto per quei team di fascia
media. E' così? «Soprattutto c'era l'interesse dell'Nba nel metterli in vetrina.
Ormai anche per quanto riguarda le Summer League, il marketing ha un ruolo
importante nelle decisioni di chi le organizza. E ci sta, devo ammettere. Il
focus era su quello, ed i minu-taggi sono venuti di conseguenza. Poi dipende
anche dalle squadre dove è inserito un giocatore. Per esempio Dionte Christmas
ha avuto l'opportunità di fare molto bene e probabilmente strappare un contratto
Nba perché è finito nella squadra 'giusta". Quindi, se alla vigilia poteva
essere un giocatore buono per Siena, adesso difficilmente lo vedremo da noi».
C'è qualche giocatore che ti ha impressionato particolarmente? «Le tre scelte di
Houston. Giocatori come Lamb, Jones e White hanno regalato un'ora e mezza di
spettacolo puro. Per dire solo White è un "4" di 2,06,19 anni di età, perché è
uscito in anticipo dal college, e che dalla sua posizione ha fatto qualcosa come
11 assist. Insomma, il talento era tutto lì da ammirare». L'esperienza in sé
come è stata? Hai ritrovato un po' tutto come le altre volte, oppure hai notato
cambiamenti particolari? «L'organizzazione a Las Vegas è sempre di altissimo
livello. La rassegna si è allargata, perché quest'anno c'erano più di 20
franchigie e devo dire che è sempre particolare, perché al bar, mentre magari ti
vuoi prendere una bibita, dietro di te c'è Jack Sikma che fa la fila o ti
ritrovi vicino Eric Spoelstra che si mangia delle patatine. Insomma, la Summer League, in questo senso, rimane una bella esperienza. Poi penso che a livello
economico la crisi per l'Nba non si senta proprio. Anzi. Tanto è vero che
rispetto al 2007, ho notato molto più seguito di pubblico e per questo le
palestre a disposizione dove vedere le partite sono state due, una grande
(quella di UNLV University) ed una più piccola». C'è qualche aneddoto
particolare che ti senti di raccontare di questa tua trasferta? «Mah, direi che
la cosa più bella è stato rivedere CJ Watson dopo tanti anni. CJ vive a Las
Vegas. Come sempre è stato di un'educazione e dì una cordialità rara. Si
ricordava tutto della sua esperienza di Reggio che, pure per lui, non andò
affatto ene, perché venne tagliato. Ma parlandone adesso a distanza di anni,
ritiene sia stata importante per la sua crescita di uomo e giocatore. Poi la
cosa stupefacente è che sa tutto di noi pure adesso. Sa che siamo stati promossi
e che faremo la serie A. CJ rimane sempre una gran bella persona, e sono felice
che abbia firmato un contratto con Brooklyn». Senti, a Las Vegas è stato anche
il luogo dove Frosini, tu e Dawan Robinson vi siete ritrovati per parlare.
Questo per proiettarci nella realtà della Trenkwalder... (L'intervista con
Menetti è avvenuta nei giorni precedenti all' ufficializzazione del rinnovo di
Robinson e la firma di Brunner) «Innanzitutto è stata una grande emozione,
rivedersi dopo la gioia immensa della promozione. Dal punto di vista, così,
visivo, a Dawan rimane solo questa grande cicatrice sul braccio, ma non sembra
nemmeno uno che abbia avuto un grave incidente qualche mese fa. Per la vita
normale, problemi non ne ha. Ovvio che, dal punto di vista agonistico, tocca ai
medici dire a che punto siamo. Però lui è carico e voglioso di tornare a Reggio.
Si è visto anche nell'approccio che ha avuto nel volersi rimettere "a tavolino"
con noi e discutere di una prosecuzione del rapporto. Noi, Dawan, l'abbiamo
messo in stand by per la situazione medica. Vediamo, insomma, come sistemare un
po' tutta la questione». Molto si è scritto sui fatto che il "matrimonio" tra
Reggio ed il piaymaker di Philadelphia è vicinissimo dai venire rinnovato. Tu
cosa ci puoi dire? «Noi stiamo lavorando in quella direzione. Naturalmente un
conto è parlare, un conto è tradurre tutto in un contratto, con tecnicismi e
clausole che soddisfino tutte le parti coinvolte. Però, insomma, lui era
veramente carico nel voler tornare. La nostra volontà è di tenerlo. Sono
ottimista, se è quello che vuoi sapere... ». L'arrivo di Cinciarini, oltre ad
essere un rinforzo in termini assoiuti, è visto anche come una sorta di
"assicurazione" nel caso Dawan firmi, ma abbia bisogno di più tempo per
recuperare pienamente? «Cinciarini è un giocatore giovane, futuribile. Di
qualità. Un giocatore "da serie A ', insomma. E noi abbiamo semplicemente colto
l'opportunità di firmarlo, perché a Cantù hanno un po' cambiato i piani per
quanto lo riguarda. L'idea è quella di poter considerare Robinson, se firma, e
Cinciarini intercambiabili, ma non solo, visto che, per caratteristiche, possono
tranquillamente ficcare insieme». Fabio Ruini, però, non l'ha presa benissimo...
«Guarda. La mia gratitudine per tutti quelli che hanno partecipato alla
promozione dell'anno scorso rimarrà infinita per il resto della mia carriera. Ma
il mio ruolo porta anche ad assumere scelte scomode o che non vorresti fare.
Detto ciò, rispondo così: io sono stato vice a Montegranaro. Sono stato
benissimo, sia a livello umano che a livello umano. Con Frates capo allenatore,
ed il sottoscritto assistente, siamo arrivati quinti in campionato, con una
squadra che si doveva salvare all'ultima giornata; abbiamo infilato dieci
vittorie consecutive - record del club - ma alla fine dell'anno il club ha
deciso di andare in una direzione diversa. La decisione è stata comunicata al
mio procuratore, non a me personalmente. Quando l'ho saputo, ho preso in mano il
telefono ed ho ringraziato personalmente il presidente ed il direttore sportivo.
Poi ognuno, fa, e dice, quello che vuole». Più in generale a che punto è il
mercato della Trenkwalder. La ricerca dei 5/4 e dell'ala come procede? «Diciamo
che con calma ma anche con chiarezza proseguiamo. La verità è che a parte
Milano, che si muove su altri budget e altri obiettivi, il mercato è stato
calmissimo. Noi proseguiamo nella nostra ricerca, non facendoci prendere dalla
smania. I nomi li stiamo analizzando e il cerchio lo stiamo iniziando a
chiudere. Credo che in settimana qualcosa inizierà a muoversi anche in questo
senso. Anche perché noi siamo in quel range di mercato per cui con pazienza
certe opportunità arrivano. E comunque, sotto abbiamo Cervi, Filloy e Antonutti.
Per iniziare la preparazione siamo abbastanza coperti direi». Hai già un'idea
del planning del lavoro di agosto. Si sa già quando si radunerà ia squadra?
«Dovremmo iniziare l'8 di agosto. Faremo i soliti, 4, 5 giorni per riprendere un
po' il ritmo e poi dal 16 al 26 di agosto saremo a Castelnovo Monti in ritiro».
Più in generale che mercato dei basket stai vedendo? L'impressione è che a parte
i top team, i soldi siano talmente pochi che la serie A di quest'anno potrebbe
essere una sorta di Legadue "allargata". Siamo troppo provocatori? «Quello che
vedo è appunto squadre che stanno attingendo molto dal campionato di Legadue. Un
po' per puntare su giocatori "provati" in Italia e un po' per ragioni di costi.
Il messaggio che colgo, in tutto questo, è che si prova a vincere più con la
chimica di squadra che col talento dei singoli. Poi però, è bene non dimenticare
che in squadra ci saranno 7 stranieri. E questo, volenti o nolenti, è una
situazione che deve essere sempre tenuta ben chiara in mente, con tutte le sue
incognite». Per quello che conta, secondo te, al momento, io Scudetto
dell'estate chi se lo è aggiudicato? «Del mercato, dici? » Esattamente...
«Milano è un mondo a parte. Tra i "normali" direi che Venezia e Varese hanno
impressionato. Venezia perché ha avuto il grande merito non solo di portare
giocatori di qualità in Laguna, ma di confermare l'ottima ossatura dell'anno
scorso. Parlo dei vari Clark, Young, Bowers e Sweczyk. Varese ha fatto un
mercato molto concreto. Ha rifatto la squadra di sana pianta in quindici giorni.
Non è mica uno scherzo». Hai avuto modo, o avrai modo di andare un po' in
vacanza e staccare completamente? «In realtà molto poche. Diciamo che la novità
è che quest'anno non sono riuscito a fare le solite tre settimane in Argentina
che facevo sempre. Ti dirò, l'estate reggiana tutto sommato non mi dispiace.
Mangiare all'aperto in città e godermi questi momenti, lo apprezzo molto. Andrò
una settimana in montagna prima di iniziare, per disintossicarmi e rilassarmi un
po', prima di ripartire alla grande con la stagione».
-Giornale di Reggio-
Julian Mavunga, obiettivo di mercato dell'Angelico Biella
Il gm Marco Atripaldi cammina sul bagnasciuga di Varigotti, con lo smartphone
nel taschino del costume. Ma niente da fare: ieri attendeva una chiamata, di
quelle fiume a tal punto da nascondere i piedi sotto la sabbia per evitare
scottature, invece l'interlocutore ancora non ha dato segnali di vita.
L'Angelico attende una risposta da parte dell'agente di Julian Mavunga: ala
grande, in uscita dall'università di Miami, con cui nelle ultime ore c'è stato
un forte riawicinamento proprio quando la trattativa sembrava essere saltata.
Ala grande, classe 1990, reduce dalle summer league americane e in precedenza
dal torneo di Porthsmouth, Mavunga è un giocatore molto energico, con netta
propensione a rimbalzo, capace di eseguire blocchi di qualità e di correre in
campo aperto. Caratteristica da non sottovalutare: tira da tre punti. Questo
insieme di qualità ben si sposano con la filosofia di gioco di coach
Cancellieri: se l'operazione va in porto Mavunga va ad aggregarsi a un roster
che inizia ad avere un'ossatura abbastanza definita. Dopo il prospetto serbo
Nemanja Jaramaz, in settimana i rossoblu hanno ufficializzato anche il play
Russell Robinson, regista che ha già masticato il basket europeo con gli
spagnoli di Badalona e in Turchia. Mentre Matteo Soragna, Linos Chrysikopoulos,
Goran Jurak e il rientrante Tommaso Raspino (da Omegna) già erano stati
confermati. Se l'operazione Mavunga si sblocca, all'Angelico resterà da
annunciare guardia e centro titolare. Oltre a un quarto lungo, su cui c'è
un'idea abbozzata: l'Angelico vorrebbe svezzare l'Under 20 Amedeo Tessitori in
uscita dalla Virtus Siena (Divisione Nazionale A) e vicino ad accasarsi
all'Olimpia Mirano che sarebbe disposta a girare il ragazzo in prestito per una
stagione sotto il Mucrone. Per quanto concerne la guardia americana, Biella ha
sposato definitivamente l'idea di scegliere tra i «rookie» in uscita dalla Ncaa
americana. Tre i nomi caldi: Carlon Brown da Colorado, classe 1989, dalla difesa
aggressiva e dal buon uno contro uno; Alex Young, da Iupui, dotato di una
grandissima chimica di tiro e infine Charlie Westbrook da South Dakota. Saltate
le idee iniziali: tipo l'ex Casale Matt Janning e Marcus Denmon andato in
Francia. Il raduno è stato fissato da coach Cancellieri per il 13 agosto: per
quella data capitan Soragna, reduce da un'operazione alla spalla, potrà solo
effettuare la preparazione fisica, mentre per tornare in campo dovrà attendere
almeno la metà di settembre.
-La Stampa ed. Biella-
Il mercato della Vuelle Cavaliero c'è
Montini: 'Guardia
titolare' Si discute sull'ingaggio Incontro positivo, ora con il procuratore va
concordata la riduzione
I PRIMI tasselli del puzzle Vuelle 2011-12
iniziano a muoversi e chiaramente non si poteva che iniziare con l'unico dei
protagonisti della fantastica semifinale scudetto ancora sotto contratto, vale a
dire Daniele Cavaliero. La società si è incontrata con lui per gettare le basi
del prolungamento della sua permanenza a Pesaro ed ecco, dalle parole del gm
Montini, quello che è venuto fuori: «Daniele si è dimostrato molto voglioso di
rimanere a Pesaro, anche per una questione di rivincita rispetto ad una stagione
in cui lui stesso sa di avere avuto molti alti e bassi e per questo è disposto a
ridursi lo stipendio pur di dimostrare davvero ciò che vale. Su quali basi
economiche poi lo stabiliremo assieme al suo agente, ma per il momento è certa
la sua volontà di intavolare una trattativa per rimanere. E' evidente che
bisogna trovare una soluzione compatibile aggiunge Montini con le nostre
risorse e al tempo stesso soddisfacente per Daniele e per questo abbiamo parlato
anche di questioni tecniche. In accordo con l'allenatore gli abbiamo detto che
se rimane, sarà la guardia titolare e questo, ovviamente, gli ha fatto molto
piacere». A QUESTO punto a giorni si saprà qualcosa di più, così come sulla
questione-Flamini, mentre riguardo al fronte americani, la Vuelle appare ancora
un po' indietro, come afferma lo stesso Montini: «Giovedì scorso, col ritorno di
John Ebeling è stato il primo vero giorno di mercato per noi. Stiamo facendo un
lavoro di esplorazione, purtroppo il nostro è un mercato dove dobbiamo andare a
raschiare il barile a tutti i livelli per cui non possiamo scegliere a casaccio.
Stiamo compilando diverse liste di gradimento, abbiamo una serie di ipotesi di
costruzione della squadra, per cui ancora non sappiamo per certo se partiremo
con la caccia al play o al pivot. Quello che è sicuro è che punteremo sulla
formula del 5+5 andando in prima battuta a ricercare i "cinque" solo sul mercato
americano, che ci permette sicuramente di avere più manovra dal punto di vista
economico. Poi non è detto che se non dovessimo trovare giocatori che ci
soddisfano non torneremo a guardare anche il mercato comunitario. Di certo però,
anche se siamo partiti tardi, non vogliamo fare la corsa a completare la squadra
in fretta e furia. Se c'è da aspettare qualcuno per il quale vale la pena, lo
faremo, a costo di ritorvarci al raduno del 20 Agosto ancora con la squadra
incompleta».
-Il Resto del Carlino ed. Pesaro-
La Strategia della V Nera Finelli: "Virtus, la base è buona"
Coach «Riparto da Gigli, Poeta e Rocca». Il club intanto punta gli occhi sul montenegrino Dasic
LA VIRTUS inizia a muoversi timidamente sul mercato. Mancano due pedine per chiudere il quintetto: la guardia e l'ala grande. Per questo secondo ruolo il club sta seguendo con grande interesse il montenegrino Vladimir Dasic che nella passata stagione ha vestito prima la maglia di Roma e poi quella dell'Olimpia Lubiana. Alto 208 centimetri, classe 1988, l'anno scorso è stato messo fuori rosa dalla società capitolina a causa di un atteggiamento ritenuto poco collaborativo, nonostante i suoi numeri fossero buoni con 11 punti e 5,6 rimbalzi di media stando in campo 27,1 mi- nuti. La V nera ha presentato la sua offerta a Dasic avviando così una trattativa con le solite modalità: lo spazio per eventuali rialzi sarà molto limitato così come per i dettagli per aumentano i costi dell'ingaggio. Finelli non ha nessuna fretta. Rientrato dagli Stati Uniti dove ha seguito le Summer League il coach virtussino attende le mosse della società. «In realtà la costruzione della squadra è già a buon punto- spiega Finelli -abbiamo un primo scheletro italiano con Gigli e Poeta a cui si aggiunge un giocatore dall'esperienza di Mason Rocca. Poi ci sono Parzenski e Gaddefors. Non escludo che Viktor possa partire in quintetto, molto dipende dalla chimica che si andrà a creare con la guardia statunitense e il quattro che andremo ad ingaggiare. L'ala piccola la definiremo solo dopo aver completato queste due posizioni». A questi nomi si dovrebbe aggiungere quello di Matteo Imbrò, che la società non è affatto convinta di voler prestare a un club di LegaDue ma preferirebbe tenere il play siculo un anno in bianconero. «In base a come la squadra verrà costruita vedremo qual è la situazione migliore per Imbrò e per Moraschini. Sono in una fase particolare della loro carriera, un momento in cui è importante fare la scelta migliore per la loro crescita». PER quanto riguarda la guardia statunitense l'attesa potrebbe essere un po' più lunga, con le squadre che militano in Eurolega e in Eurocup che devono ancora completare i loro quintetti. Un quadro di mercato che molto probabilmente porterà la Virtus a essere incompleta nei suoi primo giorni di raduno. «Abbiamo comunque messo in preventivo il fatto che il gruppo si completerà lungo il nostro precampionato. Non potrebbe essere altrimenti essendo Poeta e Gigli impegnati con la nazionale azzurra nei gironi di qualificazione agli europei». La presenza dei due consente a Finelli di non ripartire da zero ma di poter poggiare nella costruzione del gioco sulle fondamenta della passata stagione. «Questo è un buon punto di partenza - conclude Finelli-a cui aggiungerei il ritorno di Gaddefors, un giocatore giovane ma che può darci tanta solidità in difesa». Dovesse arrivare Dasic probabilmente la società rispolvererebbe l'idea di basare l'assetto della squadra sul modello dei cinque giocatori stranieri senza vincolo di passaporto e cinque italiani. In questo modo il club potrebbe ambire al premio riservato a chi offre il maggior numero di minuti ai giocatori italiani.
-Il Resto del Carlino ed. Bologna-
LA VIRTUS inizia a muoversi timidamente sul mercato. Mancano due pedine per chiudere il quintetto: la guardia e l'ala grande. Per questo secondo ruolo il club sta seguendo con grande interesse il montenegrino Vladimir Dasic che nella passata stagione ha vestito prima la maglia di Roma e poi quella dell'Olimpia Lubiana. Alto 208 centimetri, classe 1988, l'anno scorso è stato messo fuori rosa dalla società capitolina a causa di un atteggiamento ritenuto poco collaborativo, nonostante i suoi numeri fossero buoni con 11 punti e 5,6 rimbalzi di media stando in campo 27,1 mi- nuti. La V nera ha presentato la sua offerta a Dasic avviando così una trattativa con le solite modalità: lo spazio per eventuali rialzi sarà molto limitato così come per i dettagli per aumentano i costi dell'ingaggio. Finelli non ha nessuna fretta. Rientrato dagli Stati Uniti dove ha seguito le Summer League il coach virtussino attende le mosse della società. «In realtà la costruzione della squadra è già a buon punto- spiega Finelli -abbiamo un primo scheletro italiano con Gigli e Poeta a cui si aggiunge un giocatore dall'esperienza di Mason Rocca. Poi ci sono Parzenski e Gaddefors. Non escludo che Viktor possa partire in quintetto, molto dipende dalla chimica che si andrà a creare con la guardia statunitense e il quattro che andremo ad ingaggiare. L'ala piccola la definiremo solo dopo aver completato queste due posizioni». A questi nomi si dovrebbe aggiungere quello di Matteo Imbrò, che la società non è affatto convinta di voler prestare a un club di LegaDue ma preferirebbe tenere il play siculo un anno in bianconero. «In base a come la squadra verrà costruita vedremo qual è la situazione migliore per Imbrò e per Moraschini. Sono in una fase particolare della loro carriera, un momento in cui è importante fare la scelta migliore per la loro crescita». PER quanto riguarda la guardia statunitense l'attesa potrebbe essere un po' più lunga, con le squadre che militano in Eurolega e in Eurocup che devono ancora completare i loro quintetti. Un quadro di mercato che molto probabilmente porterà la Virtus a essere incompleta nei suoi primo giorni di raduno. «Abbiamo comunque messo in preventivo il fatto che il gruppo si completerà lungo il nostro precampionato. Non potrebbe essere altrimenti essendo Poeta e Gigli impegnati con la nazionale azzurra nei gironi di qualificazione agli europei». La presenza dei due consente a Finelli di non ripartire da zero ma di poter poggiare nella costruzione del gioco sulle fondamenta della passata stagione. «Questo è un buon punto di partenza - conclude Finelli-a cui aggiungerei il ritorno di Gaddefors, un giocatore giovane ma che può darci tanta solidità in difesa». Dovesse arrivare Dasic probabilmente la società rispolvererebbe l'idea di basare l'assetto della squadra sul modello dei cinque giocatori stranieri senza vincolo di passaporto e cinque italiani. In questo modo il club potrebbe ambire al premio riservato a chi offre il maggior numero di minuti ai giocatori italiani.
-Il Resto del Carlino ed. Bologna-
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