venerdì 30 settembre 2011

Se Bryant va a Bologna, il basket cosa guadagna? Prima fate i calendari

-La Provincia di Varese-

La Virtus vuole giocare solo nelle grandi arene, non a Varese Tutto questo non risolve i mille problemi del movimento. Anzi..

 Nei giorni in cui il asket italiano si trova a raschiare il fondo del barile dopo l'ennesima figuraccia, il pasticcio della "wild card"  salvezza, il ricorso di Venezia e la sua ammissione alla serie A,  campionato a 17 squadre ed i calendari da rifare a dieci giorni dalla prima giornata), i di battiti attorno alla nostra palla a spicchi preferiscono concentrarsi sulla possibilità che l'asso Kobe Bryant approdi a Bologna per giocare qualche partita. L'occasione è davvero ghiotta: Bryant sarebbe una bella toppa e uno specchietto per le allodole per evadere temporaneamente da una realtà che non ci piace, e convincersi di avere risolto tutti i problemi. Non ci nascondiamo: amiamo la pallacanestro e sbaviamo di fronte alla possibilità di ammirare dal vivo una delle sue stelle più luminose. Però non siamo fessi e allora andiamo un po' controcorrente: l'arrivo di Bryant (eventuale) così come è stato immaginato e pensato è una colossale controsenso. Perché? Semplice: la nostra pallacanestro, vessata da norme miopi e da mille problemi, non ha certo bisogno di trasformarsi in un circo per qualche settimana. (e i  Bryant verrebbe qui, giocherebbe qualche partita segnando una cinquantina di punti a sera (e quindi falsando il campionato, visto che le squadre più fortunate non lo incontreranno mai mentre chi incontrerà subito Bologna se lo troverà davanti), poi se ne tornerebbe in America per rimettersi la maglia dei Lakers non appena ripartirà (e ripartirà) la stagione Nba. Invece di sentire i nostri dirigenti raccontarsi di quanto sarebbe bello accogliere Bryant per un mesetto, ci piacerebbe ascoltare gli stessi dirigenti scusarsi per la situazione paradossale che ha creato la riammissione di Venezia. Scusarsi per avere rovinato sul nascere quello che sarebbe stato il più bel campionato degli ultimi anni, con Milano e Siena finalmente davvero sullo stesso piano a lottare per la vittoria finale (perché questo chiede la gente: incertezza e tensione fino alla fine, partite calde e palazzi appassionati. Non ca-pioncini in vacanza premio e tifosi improvvisati che fanno la fila per vederli giochicchiare, con la Coca Cola in una mano e la macchina fotografica nell'altra). E poi, c'è dell'altro: e questa forse è la cosa che più di tutte ci manda fuori di testa. La Virtus di Claudio Sabatini (occhio: lo abbiamo sempre considerato un genio del marketing e uno degli uomini in più del nostro campionato, e continuiamo a pensarla cosi) avrebbe chiesto e ottenuto di giocare le prime partite (quelle in cui potrebbe avere Kobe) nei palazzetti più importanti e grandi d'Italia. C'è Milano, c'è Roma, ci sono Pesaro e Caserta e c'è addirittura Ancona dove quest'anno Montegranaro giocherà le sue partite inteme. Non c'è Varese. Se davvero Bryant arriverà in Italia per disputare qualche partita e mettersi in mostra in un po' di città, sarebbe davvero un delitto non portarlo a calcare i parquet dove la pallacanestro europea ha raccontato alcune tra le sue storie più belle. Masnago di sicuro, ma anche il Pianella di Cucciago.

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