venerdì 30 settembre 2011

L'ex idolo Rombaldoni incorona la Sigma Barcelllona

- La Gazzetta del Sud -
Stavolta, perlomeno Rodolfo Rombaldoni ci sarà. Non sa ancora se potrà giocare per la prima volta da ex contro Barcellona dopo aver esaltato il pubblico della Cestistica per una stagione e mezza in B1 alla fine degli anni Novanta (quando conquistò da grandissimo protagonista la storia promozione in A2 nel 1999/2000), ma quantomeno scenderà in Sicilia con la comitiva della Leonessa Brescia prima avversaria della Sigma in questo campionato di Legadue domenica alle 18,15 al "PalAlberti". Il playmaker di Sant'Elpidio a Mare sfata così la "maledizione", o meglio il tabù che gli ha sempre impedito di tornare a Barcellona da avversario: «È vero, lo scorso anno quando ero a Verona il coach Marcelletti non mi convocò, e in precedenza non era mai successo perché la squadra fu subito trasferita a Messina. Nel capoluogo in effetti ho giocato, quando ero nella Viola, ma mai a Barcellona». Rombaldoni è in forte dubbio perché reduce da un infortunio, anche se spera di calcare il parquet. «Ho un acciacco al polpaccio che mi sta costringendo a svolgere un lavoro differenziato, anche oggi (ieri, ndr) mi sono allenato a parte - spiega l'ex azzurro - non so ancora se sarò in grado di giocare ma comunque sono felicissimo quantomeno di esserci. A Barcellona ho ancora tanti amici, conservo un ricordo di quegli anni che sembra più una fiaba che una storia di sport... Sai, dopo la Cestistica non c'è più stato il basket per tanto tempo, quindi quell'esperienza è diventata quasi magica sia per i tifosi sia per noi giocatori». - Ovviamente sai di essere a pieno diritto nella "triade" dei grandi italiani di Barcellona con Li Vecchi e Soragna, pur avendo giocato in biancoverde solo per una stagione e mezza. Però il tuo ritorno da Pozzuoli nell'anno della promozione in A2 segnò la svolta per la squadra di Perdichizzi, quindi ci sta. «In realtà, in quegli anni a Barcellona c'erano diversi giocatori anche più forti di noi... Quanto al mio ritorno, non è che la squadra andasse male e avesse bisogno di una svolta; probabilmente, visto che c'era tanta pressione perché l'obiettivo era vincere il campionato, quando sono tornato ho contribuito a dare entusiasmo ai miei compagni. Poi siamo stati fortunati: io non volevo assolutamente andare a Pozzuoli, sarei rimasto a Barcellona ma Verona, che era proprietaria del mio cartellino, decise così. E per regolamento non potevo tornare, perché non era possibile a un giocatore scendere dalla A2 alla Bl. Poi qualcuno "minacciò" la Federazione di farle causa, non ho mai saputo chi fosse, e si aprì questa possibilità». - Allora eri un giovane playmaker che, soprattutto per mezzi fisici e atletici, sembrava destinato a una carriera ad altissimi livelli. Oggi, a quasi 35 anni, se ti guardi indietro sei soddisfatto, visto che hai anche vinto l'argento olimpico del 2004 con la Nazionale, o hai qualche rimpianto dovuto magari ai tanti infortuni che ti hanno limitato? «Mah, soddisfatto no. Perché è così nello sport, credo che chiunque voglia sempre dare e ottenere di più dalla propria carriera. Però non posso nemmeno dire di essere scontento, in fondo ho vissuto emozioni che molti giocatori non possono dire di aver vissuto; ma se mi chiedo se ho fatto tutto quello che era possibile devo dire di no, è nella natura umana e comunque penso che avrei potuto fare di più». - Dopo l'esperienza negativa di Verona, con che spirito e con che ruolo sei in questa Brescia che l'anno scorso hai contribuito a portare in Legadue? «Lo spirito è sempre di riuscire ancora da giocatore, mi sento bene, ho voglia di superare i problemi fisici e giocare. Dove può arrivare Brescia? Credo che la salvezza sia alla nostra portata, non so se ci riusciremo ma sicuramente abbiamo le carte in regola per lottare. Stiamo avendo tanti problemi fisici (Rezzano è out, oltre a Rombaldoni sono in dubbio Thompson e Ghersetti che comunque dovrebbero farcela), ma stiamo recuperando». - A Barcellona c'è grande attesa per il tuo ritorno. Cosa ti aspetti? «Racconto una cosa e lo faccio veramente col cuore: l'anno scorso, anche perché ero in un momento particolare, quando mi è stata portata dalla società la targa che i tifosi mi avevano preparato non dico che mi sono messo a piangere, ma mi sono davvero commosso. Poi sono venuto in vacanza come ho fatto tante volte, ho rivisto tanti amici e ho ritrovato il solito affetto, credo che nelle persone rimanga il ricordo dell'uomo indipendentemente dal giocatore, ecco perché sono già strafelice di venire. So che c'è tanto entusiasmo per la squadra, che quest'anno è davvero forte, e mi fa molto piacere. E credimi, non mi aspetto niente perché mi hanno già regalato tanto».
DIARIO-
In allenamento Gigi Dordei ha avuto un problema a un dito della mano destra. Oggi verrà sottoposto ad esami strumentali, ma la sua disponibilità (magari con l'aiuto di un tutore) per il debutto con Brescia non dovrebbe essere in dubbio. Inoltre ieri a Bologna nel corso della cerimonia di presentazione del campionato di Legadue il gm Sandro Santoro ha ricevuto simbolicamente un assegno di 32.000 euro: Barcellona, nella scorsa stagione, è stata infatti la squadra che ha utilizzato i giocatori italiani per il maggior numero di minuti.

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