giovedì 30 giugno 2011

Myers benedice Hackett: "Ha la personalità e carisma Ora è diventato costante"

Parla Carlton, ex di lusso: «L'ho visto crescere, sono contento della chance che avrà in Nazionale» :

Era fra i medagliati presenti l'altro giorno a Rimini, quando il ct. Pianigiani ha svelato la lista dei convocati in Nazionale in vista degli Europei. Carlton Myers, uno che ha lasciato il segno anche in maglia azzurra oltre che in bianco-rosso, guarda oggi con affetto l'avventura di Daniel Hackett: «Era un bimbetto quando io giocavo a Pesaro nella mia prima apparizione con la Scavolini: suo padre Rudy era assistente di Bianchini e lui era sempre con la squadra ricorda Myers . Come ha detto Pianigiani, Daniel è un giocatore duttile, capace di ricoprire più ruoli che, in un contesto come quello delia Nazionale, è importante. In più ha personalità e carisma e, rispetto all'annata di Treviso, ha dimostrato di saper essere costante. Doti che contano, certe volte anche più delia tecnica. Sono contento che abbia la possibilità di far parte di quest'avventura internazionale. Il mio ricordo dell'oro di Parigi è uno dei più cari, un'emozione forte, tanto che mi portai a casa il pallone delia vittoria finale». Myers, che ha dato l'addio ufficiale al basket qualche mese fa, nel giorno del suo 40° compleanno, ha iniziato a tempo pieno il suo lavoro di talent-scout  e approva la scelta della Vuelle di puntare su un nucleo italiano: «La scelta di Pesaro la sposo e la condivido in pieno. Il segno che ci credono è testimoniato dal lavoro di reclutamento che hanno ripreso a fare sui territorio, ho parlato con la società a proposito di ragazzi interessanti che potrebbero entrare a far parte dei loro settore giovanile. Se si punta davvero sugli italiani prosegue Carlton , è questo il modo di dimostrarlo, continuando a seminare per l'avvenire mentre in squadra ci sono già dei giocatori italiani protagonisti». Una scelta che Myers, tornando a Pe- saro nella sua seconda vita, aveva già sperimentato, dato che in serie A dilettanti di stranieri non se ne vedevano. Fu un sacrificio importante per ridare alla Vuelle quella serie A vera che ora l'ambiente conserva gelosamente: «I sacrifici sono altri, non userei quella parola esclama . Diciamo che fu una scelta, neanche tanto rischiosa, perché la squadra era forte e le chances di centrare la promozione molto alte. Siamo stati bravi e sono contento che quel tesoro sia ancora lì, a Pesaro. Trattatelo bene, perché vedere sparire la pallacanestro nella mia Rimini è davvero un grande dispiacere».

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